Italo Ferrari

Ultima modifica 2 settembre 2024

Nato in una povera famiglia contadina, avviato al lavoro nei campi fin dalla tenera età, trova poi un'occupazione come apprendista presso una bottega da ciabattino a Sissa. Nel borgo rimane affascinato dal mondo avventuroso dei pupazzi di legno dei burattinai girovaghi come Amaduzzi e Campogalliani, tanto da tralasciare il lavoro da artigiano per dedicarsi esclusivamente al teatro popolare dei burattini. Dopo l'esordio presso una stalla di Roncopascolo nel 1892 con la rappresentazione dell'opera "La foresta incantata", il debutto ufficiale avviene sulla piazza di San Pancrazio nel 1895. Entrato in contatto nel 1897 con il maestro burattinaio Francesco Campogalliani a Guastalla, incontrastato interprete della tradizione italiana, con uno studio rigoroso e autodidatta apprende tutti i segreti del mestiere. Fonda una propria compagnia filodrammatica a Sissa, imponendosi nei maggiori teatri con le sue performances, per giungere a presentare spettacoli alla radio nel 1934 e commedie sperimentali in diretta per la televisione nel 1951. Cambia completamente il vecchio repertorio, rifiutando i drammi e scrivendo direttamente commedie consone alla natura dei burattini, caricature dei caratteri dell'uomo, che si distinguono per la modernità dei soggetti e l'acuta satira sociale. La critica si accorge di lui fin dal primo Novecento non esitando a definirlo maestro di stile nell'interpretazione delle maschere italiane, erede diretto ed innovatore della gloriosa Commedia dell'Arte, accomunando il teatro degli umili burattini alla più grande tradizione teatrale italiana. Ferrari ricrea con una straordinaria ricchezza di inventiva un nuovo tipo di spettacoli, caratterizzati non soltanto dalla parola eloquente, ma anche dal canto e dallo studio della scena, per dare allo spettatore, oltre il limite immobile e rigido del teatrino, il senso di un'atmosfera e di un sentimento. Coadiuvato dalla famiglia, l'autore, maestro insuperabile nell'invenzione e nella trasposizione umana della favola, nel rendere pungente e frizzante la satira e nell'incarnare con fecondità di immagini l'eterna commedia della vita, porta i suoi burattini alle vette dell'espressionismo. Attivo a Salsomaggiore per oltre venticinque anni con 180 recite annuali davanti ad un pubblico internazionale, inventore della maschera parmigiana "Bargnocla", la poliedrica personalità artistica di Ferrari non è limitata al mondo della commedia, ma si è esprime anche nella poesia e nella scrittura. Nelle opere "Baracca e burattini" (1936) e l'"Avtòn" (1940) mette a fuoco con incisività gli anni della miseria e del successo, evidenziando una personalità semplice e fatalista, ma caratterizzata da una multiforme versatilità.


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